| UN NUOVO MODO DI PENSARE |

TEATRO IN CONCERTO ROCK

2005


Adattamento scenico Vanna Logi


“Il possesso intellettuale del mondo extrapersonale è la méta più alta concessa all’uomo. Gli amici che non si possono perdere sono gli uomini del presente e del passato che hanno avuto questa méta, con i profondi orizzonti che sa dischiudere”.
Questo scriveva Einstein e profuse la sua vita e il suo impegno incessantemente in questo senso.
Avvertiva gli uomini di scienza “La preoccupazione per l’uomo e per il suo destino deve sempre costituire l’interesse principale di tutti gli sforzi dell’attività scientifica. Non dimenticatelo in mezzo ai vostri diagrammi e alle vostre equazioni”.
“Solo una vita vissuta per gli altri è una vita degna di essere vissuta!”
Ma una pratica denigratoria di quasi un secolo ce lo restituisce come ateo ed eretico, misogino nel privato, e causa, grazie alla sua geniale intuizione di equivalenza tra massa ed energia, della creazione della più micidiale arma di distruzione mai concepita.
Eppure il suo impegno fu accorato e costante, pur nel distacco che l’intensità degli studi gli imponeva: manifesti, articoli, appelli radiofonici e consultazioni con uomini di stato fino al testamento spirituale affidato a Bertrand Russel prima della morte.
Odiava la guerra e il degrado e la sofferenza ch’essa comporta, la strumentalizzazione del pensiero e delle masse, i nazionalismi biechi, i dogmi inamovibili della religione e della scienza, riflettè sui due sistemi economici mondiali, sull’educazione, sul valore della vita e sui suoi scopi, amò la libertà individuale e collettiva come unica premessa ad una evoluzione della civiltà, e amò la verità, con un costante richiamo alla ragione e al cuore degli uomini.
Vedeva oltre, vedeva lontano e non solo in materia di scienza: si prefigurava un’Europa unita la cui millenaria tradizione e cultura sapesse opporsi efficacemente ad ogni tentativo di oppressione e di aggressione dall’esterno, concepì la costituzione di un governo mondiale, di una corte arbitrale internazionale che fosse in grado di dirimere pacificamente tutte le controversie e i disaccordi internazionali e sperò che la teoria di campo cui la sua teoria della relatività generale conduceva potesse un giorno regalare all’umanità l’intera immagine fisica del mondo e nuove consapevolezze all’individuo nella sua interazione con gli altri e il circostante, nel rispetto e cura di ogni forma di vita.
Ci ha indicato come “un nuovo tipo di pensiero sia indispensabile se l’umanità deve sopravvivere e portarsi a livelli più alti”.
Caro Albert, sei un amico che non abbiamo perso e non vogliamo perdere... e vogliamo presentarti ad altri... in musica... Tu, che suonavi il violino, avresti approvato!


La proposta scenica


Le accorate tesi di Albert Einstein, riguardanti le tematiche più cruciali dell’umanità e dei suoi imminenti destini, e la volontà di Vanna Logi di far risuonare la voce ed il pensiero dello scienziato e dell’uomo ‘Albert’ per i contemporanei sono la miscela propulsiva dello spettacolo che sceglie il rock come veicolo più idoneo.
Einstein ci ha lasciato una lezione, un’eredità e non solo in materia di scienza, che andrebbe riascoltata con attenzione viva!
Ci ha indicato una prospettiva, una via da percorrere... in anticipo sui tempi... caro,... il nostro visionario.
Ma i tempi sono maturi?! Noi crediamo di si, e in ogni caso ci adoperiamo a chè lo diventino... in parole e musica e ‘fisiche’ prospettive.


Da testi di Albert Einstein, selezione a cura di L. Castagnoli